Attività > La scuola > Secondaria di 1° grado > Temi 2009-2010
Testo del tema presentato da Chiara Frada, classe III F
premiata con una borsa di studio nell'anno scolastico 2009-2010
Il Piave ed il Montello sono dei luoghi ricchi di storia. Già gli uomini dell’età del ferro e del bronzo cominciarono a modificare l’ambiente del Montello, costruendo i “Castellieri”, delle colline artificiali, fatte accumulando del materiale sulle sommità dei colli, la cui funzione si presume che fosse stata di difesa del territorio oppure di area artigianale per fondere i metalli.
Ma l’evento, che ha segnato la storia del Piave e del Montello, è stata la “Grande Guerra”.
L’esercito italiano ha iniziato a combattere nei nostri territori dopo la ritirata di Caporetto, quando i nostri militari stabilirono una linea di difesa proprio tra il Monte Grappa ed il Montello.
Partendo da Nervesa della Battaglia ed arrivando a Pederobba, dove ora ci sono i principali monumenti della Guerra, che è stata combattuta tra il Piave ed il Montello.
L’ossario di Nervesa è un cimitero, con un museo al suo interno, edificato per ricordare i caduti della Battaglia del Solstizio (settembre 1918). Da qui, nelle giornate più limpide si possono intravedere le rovine dell’Abbazia di Sant’ Eustachio, distrutta dai bombardamenti della guerra.
Sulla presa I, si trova il Sacello di Francesco Baracca, un pilota d’aerei romagnolo, abbattuto da un biposto austroungarico.
Spostandoci a Giavera del Montello, troviamo il British Cemetery, un cimitero dedicato ai soldati Inglesi, morti durante la Battaglia del Solstizio, per difendere l’Italia.
A Moriago della Battaglia, invece, è stata costruita l’Isola dei Morti, un parco ricco di piante, con dei monumenti ai giovani soldati caduti in guerra, chiamati anche “ragazzi del “99”.
Sempre per la Battaglia del Solstizio è sorto a Ciano del Montello il Cippo degli “Arditi”, che commemora l’inizio di quella battaglia.
Sempre lì vicino è stata edificata la Colonna Romana , monumento per il ricordo della Battaglia di Vittorio Veneto; c’è anche l’osservatorio del re, dove il re Vittorio Emanuele III, durante la guerra, controllava le sue truppe.
A Pederobba c’è l’ossario dei Francesi, per commemorare i caduti francesi in Italia.
Ma oltre ai numerosi monumenti ci sono anche delle ville stupende come: Villa Rinaldi a Giavera, Villa Pisani a Biadene, Villa Sandi e Villa Ancillotto a Crocetta del Montello.
Il Montello, nel suo profondo, nasconde grotte molto grandi, la più importante è “La busa del castel soto tera” che si sviluppa per circa 8000 metri. Queste grotte possono essere visitate solo dagli speleologi, perché prive di accessi e percorsi che si possono praticare senza imbracature.
Per quanto riguarda lo sviluppo naturalistico io proporrei, innanzitutto, di non sprecare l’acqua del Piave per riportarlo forte e vigoroso anche in estate, come quando gli zatterieri partivano dalla montagna, portando prodotti e legname sia qui in pianura che a Venezia, solo con una piccola zattera.
Per l’ambiente Montello, invece, proporrei di preservare le piante autoctone (castagni, querce…), che vivono sempre meno a causa dell’inquinamento, realizzando delle riserve naturali; ma bisogna anche proteggere e tenere curati i suoi prati.
Dato che il Montello presenta un grande numero di animali, bisognerebbe rispettare la fauna che vive nel nostro “bòsch”.
Una buona idea per lo sviluppo sia naturalistico che turistico del nostro territorio sarebbe quella di organizzare dei viaggi d’istruzione, o vere e proprie gite turistiche, con l’obbiettivo di far conoscere l’ecosistema del Piave e del Montello attraverso l’osservazione dei suoi elementi principali.
I posti, in queste zone, sono poco conosciuti, ma belli e per attirare più turisti, oltre a pubblicizzare i nostri territori bisognerebbe affascinare i visitatori con varie mostre e rievocazioni delle antiche tradizioni del nostro territorio, restaurando vecchie case diroccate, trasformandole in agriturismi, che facciano riscoprire i sapori di una volta, ormai perduti.
Gli Alpini potrebbero avere un ruolo importante, grazie al loro noto entusiasmo e conoscenza della storia del nostro territorio e delle tradizioni, potrebbero far scoprire, agli “ospiti”, queste piccole meraviglie, che altrimenti un turista distratto e frettoloso non avrebbe modo di conoscerlo.
Un altro esempio, per far visitare il Montello, è lo “Stradon del Bòsch”, che parte da Nervesa ed arriva a Ciano (dal versante sud). Una bella idea sarebbe anche quella di allungare questo stradone lungo tutto il Montello, farlo deviare anche lungo il Piave, e farlo passare addirittura lungo i luoghi in cui si sono combattute le battaglie, durante la Grande Guerra; così che i turisti lo possano percorrere in bicicletta, in comitiva o semplicemente a piedi.
Inoltre, si potrebbero fare degli accessi e delle passerelle nelle grotte del Montello così che chiunque possa visitare le numerose cavità all’interno del Montello.
Queste sono le mie idee per lo sviluppo naturalistico e turistico del nostro territorio.
Sono sicura che in questa zona il turismo possa aumentare, perché tutto è bello tra Piave e Montello, ed io posso dirmi fiera di vivere in un luogo, così importante per la storia d’Italia.