Altri canti degli Alpini - Gruppo Alpini Crocetta del Montello

- Sezione di Treviso -
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Preghiere, canti...
Altri canti degli Alpini
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Adamello
Adamello Adamello Adamello,
per venirti a conquistar
traversando i laghi Pian di Neve
sotto il fuoco, mitraglia e cannon.
Traversando a poco a poco
una palla mi sento a ferir,
soccorretemi compagni portaferiti
ed in quattro mi portan all'ospedal.
All'ospedale appena arrivato
l'infermiere mi addormentò
e dopo il sogno mi son risvegliato
ed una gamba mi sento mancar.
Compiangetemi signore e signori,
gamba di legno non può camminar,
sui vent'anni ero un buon minatore
ora adesso son bell'e rovinà.


Al comando dei nostri ufficiali
Al comando dei nostri ufficiali
caricheremo cartucce a mitraglia
ma se per caso il colpo si sbaglia,
a baionetta l'assalto farem.
Lassù in montagna, nel cuor delle Alpi,
venga il nemico se ha del coraggio,
e se qualcuno gli lascia il passaggio
noialtri Alpini fermarlo saprem.
Dove più aspra sarà la battaglia,
a corpo a corpo verremo alle mani,
combatteremo da prodi italiani,
faremo onore al patrio valor.
O care mamme che tanto tremate,
non disperate pei vostri figlioli
che qui sull'alpe non siamo mai soli,
c'è tutta Italia che a fianco ci sta!

Alla presa del Cavento
Alla presa del Cavento
il mio battaglione è stato decimà
e le mamme di quei figli
non fan che piangere e sospirà.
Quando son partiti li han baciati
con la speranza di riabbracciarli
ma il destino non vuole così,
là sul Cavento ghe toca morì.

Alpin jo mame
Alpin jo mame dei baldos soi soldat
la verde flame jo puarti a tor dal cuel
in buine armonie cun tante allegrie
a voi a rampiarmi su pai crets.
"O là o rompi" l'è il moto dell'alpin
il vieli e il bocia saram simpri vicin
se clamarà la Patria nu partirin di scat
col zaino co la pipe col tabach.
Il bando alpin l'è moscardin
a la i claus sot da sueli
nol ha lis man tant bielis
ma a la il cervieli fin.
Sin valoros paure no vin
fasin tremà, dulà che o passin
il baldo alpin l'è il plui glorios
e par l'onor far in guere
denant la so Bandiere e i so Comandans.
Sin valoros paure no vin
fasin tremà dulà che o passin
il bando alpin l'è il plui glorios.

Alpini in montagna
Questa melodia deriva dal canto popolare "Addio padre e madre addio"
E durante la prima guerra mondiale gli alpini vi adattarono il testo seguente,
nel quale par di capire che gli Alpini fossero migliori della fanteria

Lassù in montagna, nel cuor delle Alpi, vieni o nemico se hai del coraggio,
e se qualcuno ti lascia il passaggio, noialtri Alpini fermarti saprem.
Dove più aspra sarà la battaglia, a corpo a corpo verremo alle mani,
combatteremo da bravi italiani, faremo onore al patrio valor.
Al comando dei nostri ufficiali caricheremo cartucce a mitraglia
ma se per caso il colpo di sbaglia, a baionetta l'assalto farem.
Pena giunti in terra straniera, incontrammo la buffa fanteria
che invocava Giuseppe e Maria, voialtri Alpini veniteci a salvar.
O care mamme che tanto tremate, non disperate pei vostri figlioli
che qui sull'alpe non siamo mai soli, c'è tutta l'Italia che a fianco si sta!

Alpino della Julia
Testo e musica di Giulio Bedeschi

Alpino della Julia,
prendi le scarpe nuove,
quelle che porti ai piedi
nessuno più le vuole:
mancan le stringhe,
non ci son più le suole.
Chi le ha rubate?
Il fango dell'Albania.
O veci che si' morti
sui sassi delle Tofane,
ve par che semo stai
in gamba anca noialtri?
I ne ciamava i santi dell'Albania,
ma no xe vero,
semo soltanto i fioli vostri
i fioi de le montagne de l'Italia.
Alpino della Julia,
tua madre aspetta ancora,
dicevi di tornare,
non sei tornato più:
lunga è la strada
che porta fin lassù.
Chi ti ha rubato?
La nve della steppa.
O veci che si' morti
sui sassi delle Tofane,
ve par che semo stai
in gamba anca noialtri?
La vostra strada
scambiata con la nostra
strada de casa
semo sempre i fioli vostri,
i fioi de le montagne de l'Italia.

Andouma prou
Inno del Battaglione Ceva

È spenta la bufera
è sceso il battaglione
al Colle di Nubiera
non romba più il cannone;
del Battaglione "Ceva"
Comando Compagnia,
la Prima, Quarta e Quinta
son tutti sulla via...
Arma potente e forte
sull'Alpi e sui confini
fiera nappina bianca
del "Primo" degli Alpini.
È il Battaglione "Ceva"
lo vedi ancor lassù,senti una vose, un grido:
Andouma prou,
andouma prou, andouma prou!
Giornate d'Albania
momenti di passione
ti scrivo mamma mia
domani c'è l'azione,
non trema il nostro cuore
il sangue è quello antico
sul campo dell'onore
non passerà il nemico...
Quando tuona il cannone
sul campo di battaglia
canta la penna nera
al suon della mitraglia.
È una nappina bianca.
È il "Ceva" e nulla più,
un grido è dentro il cuore:
Andouma prou,
andouma prou, andouma prou.
Dal Bregu i Mat nevoso
Siam scesi in primavera.
Cantavano gli Alpini
ricordi di una sera:
nel mondo d'altre genti
cantavano con noi
come ombre onnipotenti
le file degli eroi.
Nel cielo della Patria
un di ritorneremo
nel nome degli Eroi
sicuri vinceremo,
più forte sarà il grido
che salirà lassù
fedeli al nostro Re:
Andouma prou,
andouma prou, andouma prou.

Cara mamma dammi ascolto
Ecco un'altra canzone che conferma il profondo legame d'effetto
che gli Alpini mantenevano con la mamma che, trepidante, li aspettava a casa.

Cara mamma dammi ascolto che ti voglio raccontare
che la vita militare l'ho passata sul confin.
Sui confini della Patria là ci stanno i baldi Alpini,
tra le rocce e tra i burroni, pien di sangue e di sudor.
Cara mamma, cara mamma,vienimi incontro alla stazione,
quando scendo dal vagone voglio scendere in braccio a te.

Chiesetta alpina
1940 - "Leggenda pastorale", parole di Arrigo (Giacomo Camosso)
Musica di Rodolfo de Martino

Con la presenza rassicurante di una chiesetta alpina e della campana, la canzone ci presenta la storia di Rosellina, una bella pastorella, innamorata di un bruno Alpino. L'Alpino parte per il servizio militare, Rosellina lo aspetta, e poi giunge i lieto fine: il ritorno del bruno Alpino e il matrimonio dei due giovani. Le vicende della seconda guerra mondiale dimostrarono, invece, che per moltissimi giovani Alpini non ci fu il ritorno a casa per sposare l'innamorata.

C'è una chiesa alpina dove già rintocca una campana,
nel vederla così in alto pare in cielo e più lontana,
col suono par che dica a un cuor, nel dolce vespro mattutin,
alla chiesetta tutta in fior, ritornerai mio bell'Alpin.
S'ode un suono ma non è più la campana della chiesetta,
è il silenzio della sera che pian pian suona la trombetta,
più piano come in un sospir, fra breve non si sente più,
ma al bruno Alpino par d'udir la campanella di laggiù.
Rosellina che col gregge vai sui monti di buon mattino,
e con ansia e fede aspetti che ritorni il tuo bell'Alpino,
se pur lontano il bruno Alpin, a te soltanto penserà,
e un dì vedrai che a te vicin, felice ancor ritornerà.
Ed un giorno assai più forte suona la campanella,
è tornato il bruno Alpino e Rosellina si fa più bella,
è bianca e pura come un fior, che il sol di maggio sboccerà,
e la campana con amor per quelle nozze suonerà.

Corno Stella
Il canto è dedicato a un giovane alpinista caduto sul Corno Stella (m. 3053),
un contrafforte della Punta di Lourousa (m. 3261),
che è uno dei picchi più alti del Gruppo dell'Argentera, nelle Alpi Marittime.

Ai pé dël Còrno Stella, na cros a l'è piantà,
doi ass con na còrda e na picòssa campà là.
Montagne, bele montagne, dësvij tanti ticòrd,
son gioiose e son magagne, bele montagne quanti ricòrd.
L'è fiorie la valada, l'è 'l ciapè tut ën color,
ò ròche dël Còrno Stella parleme 'ncora dël me amor.
Montagne, bele montagne, dësvij tanti ticòrd,
son gioiose e son magagne, bele montagne quanti ricòrd.
Ant la pas ëd cole ròche son tornà për cheuje 'd fior,
gropelo a la picòssa për ël ricòrd d'un grand amor.
Montagne, bele montagne, dësvij tanti ticòrd,
son gioiose e son magagne, bele montagne quanti ricòrd.

TRADUZIONE

Ai piedi del Corno Stella, una croce è stata piantata,
due assi con una corda e una piccozza buttata là.
Montagne, belle montagne, risvegliate tanti ricordi,
son gioiose e son dolorose, belle montagne, quanti ricordi.
La vallata è fiorita, la pietraia è tutta colorata,
o cime del Corno Stella parlatemi ancora del mio amore.
Montagne, belle montagne, risvegliate tanti ricordi,
son gioiose e son dolorose, belle montagne, quanti ricordi.
Nella pace di quelle cime son tornato per raccogliere un fiore,
legatelo alla piccozza, per il ricordo d'un grande amore.
Montagne, belle montagne, risvegliate tanti ricordi,
son gioiose e son dolorose, belle montagne, quanti ricordi.

Cuore alpino

Quando al raduno va un alpino
nel suo cuore c’è tanta emozione
guarda il cielo la sua penna nera
mentre sfila con il tricolor
Cuore alpino
cuore alpino
tu pensi sempre a tutto il tempo passato sui monti
Cuore alpino
cuore alpino
Tu sai trovare gli amici sinceri e li fai sognar
Anche se non ha più la divisa
nel suo cuore c’è un sol sentimento
è il ricordo del suo reggimento
che scordare mai più lui potrà.
Vecchio alpino
vecchio alpino
il freddo e il gelo non hanno spento il suo grande amore
Cuore alpino
cuore alpino
Tu sai trovare gli amici sinceri e li fai sognar
Cuore alpino
Cuore alpino

E' morto un alpin

È morto un alpin sulla montagna,
ritornava dal confin dopo la guerra:
ma quando che l’alpin l’è cascà in terra
fu lì un angel del trentin
che ghe diseva:
“O bell’alpino, alla tua casetta
manda un saluto: io ‘l porterò”.
Allora l’alpin l’ha verti i oci:
ghe parea che l’angiol fosse lì vicino.
“Angel del cielo, l’ultimo mio baso
portemel caldo al mio tesor,
portemel caldo al mio amore”.
È morto un alpino!

El salut al pais

A van ij bravi Alpini tra ij ròch, ij monte e ant ij giassé, e ant ij giassé,
e l'Alpin a-i è pà gnun ch'à lo guadagna né për mont, né për calé,né për calé.
Quand che l'aria a comensa a vnì scura, përchè 'l sol atravërsa 'l Monvis,
chiel a guarda sta veja pianura, chiel a guarda sta veja pianura,
quand che l'aria a comensa a vnì scura, përchè 'l sol atravërsa 'l Monvis,
chiel a guarda sta veja pianura e peui a panda un salut al pais.

IL SALUTO AL PAESE

Vanno i bravi Alpini tra i massi, i monti e nei ghiacciai, e nei ghiacciai,
e l'Alpin non c'è nessun che lo superi né per salire, né per scendere, né per scendere.
Quando l'aria comincia ad imbrunire, perchè il sole attraversa il Monviso,
lui guarda questa vecchia pianura, lui guarda questa vecchia pianura,
quando l'aria comincia ad imbrunire, perchè il sole attraversa il Monviso,
lui guarda questa vecchia pianura e manda un saluto al paese.

Fischia il vento

Fischia il vento, urla la bufera,
scarpe rotte, eppur bisogna andar
a conquistare la nostra primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui darà un sospir:
nella notte ci guidano le stelle,
forte il cuore e il braccio nel colpir.
Fischia il vento, urla la bufera:
torna a casa il fiero partigian
sventolando l'italica bandiera.
Italiani, alfin liberi siam!

Giù il cappello davanti agli alpini

Salve dei nostri Alpini sacro vessillo
Lieto ricordo d’un passato fiero
Sicura speme d’avvenir tranquillo
Di Patrio Amore simbolo sincero!
Suscita ognora in noi di gioia un trillo
Di cittadina pace sii foriero:
Delle nemiche trombe al primo squillo
Ridesta in tutti noi l’ardor primiero.
E conscia dell’Alpino eroico dramma,
Vera epopea di gloria e non orpello,
D’ogni bimbo italian dica la mamma,
Al tuo apparir: fanciullo mio, su snello
Ecco dei nostri Alpin la Verde Fiamma
Riverente t’inchina e giù il Cappello!

Guarda la luna

Guarda la luna, come la cammina:
E la scavalca i monti, come noialtri alpin:
Ohi, si si cara mamma no! Senza alpini come farò!
Guarda le stelle, come sono belle:
somiglian le sorelle di noialtri alpin:
Ohi, si si cara mamma no! Senza alpini come farò!
Guarda il sole, come splende in cielo:
la lunga penna nera si riscalderà:
Ohi, si si cara mamma no! Senza alpini come farò!
Guarda la neve, come scende lieve:
la lunga penna nera la si imbiancherà:
Ohi, si si cara mamma no! Senza alpini come farò!

Inno degli alpini skiatori

Sui lucenti tersi campi
Del nevaio sconfinato
Sorridenti al nostro fato
Noi corriam senza timor.
Noi sappiamo ogni perielio
Dell’altezze conquistate
E tra nembi e nevicate
Raddoppiamo il nostro ardor.
Per chine ripide vertiginose
Cantando scivola lo skiator;
De’ pini il fremito, l’azzurro cielo
A lui riempiono di gioia il cor.
Quando il sol splende radioso
Su per l’erta faticata
O con luce delicata
A noi l’astro bianco appar.
Allor squilla il nostro riso
Come squilla una fanfara
Lieto riso che rischiara
Che de’ forti è una virtù.
Per chine ripide vertiginose
Agile scivola lo skiator;
Nella purissima brezza montana
Ritempra l’animo, sereno ognor.
Se un nemico corre all’armi
Per violare il patrio suolo
Fiero vigile lo stuolo
Di noi tutti accorrerà.
Se morrem morrem da forti
Su nell’alto fra la neve
E la morte sarà lieve
Perché Italia lo vorrà.
Per chine ripide vertiginose
Ardito scivola lo skiator;
Ei muove impavido verso la meta
E mai non dubita del suo valor.

J'alpin a la stassion

A i-è j'Alpin a la stassion, a i-è j'Alpin a la stassion, a i-è j'Alpin a la stassion, ch'a speso 'l treno
E quand che 'l treno a l'è rivà, e quand che 'l treno a l'è rivà, e quand che 'l treno a l'è rivà, a lè fërmase.
E da 'na man ël fassolèt, e da 'na man ël fassolèt, e da 'na man ël fassolèt, da l'àutra gnente.
E con un pè su lë scalin, e con un pè su lë scalin, e con un pè su lë scalin, e l'àutr për tèra.
E quand ch'ël treno a l'è partì, e quand ch'ël treno a l'è partì, e quand ch'ël treno a l'è partì, a l'è bogiase!

TRADUZIONE

Ci sono gli Alpini alla stazione che aspettano il treno
E quando il treno è arrivato, si è fermato.
E da una mano il fazzoletto, e dall'altra niente.
E con un piede sul predellino, e l'altro per terra.
E quando il treno è ripartito, si è messo in moto!

Joska la rossa

El muro bianco, drio de la to casa
Ti te saltavi come un oseleto,
Joska la rossa, pèle de bombasa,
Tute le sere prima de 'nà in leto.
Te stavi lì, co le to scarpe rote
Te ne vardavi drio da j' oci mori
E te balavi alegra tuta note
E i baldi alpini i te cantava i cori. Oh.
Joska, Joska, Joska,
Salta la mura!
Fin che la dura, oh.
Joska, Joska, Joska,
Salta la mura!
Balla con mi! Oh! (2 volte)
Ti te portavi el sole ogni matina,
E de j'alpin te geri la morosa,
Sorela, mama, boca canterina,
Oci del sol, meravigliosa rosa.
Xe tanto e tanto nù, ca te zerchèmo,
Joska la rossa, amor, rosa spanja,
Ma dove sito andà? Ma dove andemo?
Semo ramenghi. O morti. E così sia. Oh.
Joska, Joska, Joska,
Salta la mura!
Fin che la dura, oh.
Joska, Joska, Joska,
Salta la mura!
Balla con mi! Oh! (2 volte)
Busa con crose. Sarà sta i putèi?
La par 'na bara e invece xe 'na cuna.
E dentro dorme tuti i to fradei,
Fermi, impalà, co i oci ne la luna. Oh.
Joska, Joska, Joska,
Salta la mura!
Fin che la dura, oh.
Joska, Joska, Joska,
Salta la mura!
Fermate là! Oh! (3 volte, accelerando)

L'edelweiss

Il più bel fiorellin del mondo
è sempre l’edelweiss;
fiorisce su le rocce,
su le nevi e sui ghiacciai.
Un giorno disse la ragazza:
voglio l’edelweiss!
O bell’alpin di fiorellin
ne voglio un bel mazzin.
L’alpino subito partì
per coglier l’edelweiss.
Un dì passò, un altro ancor
ed egli non tornò.
L’alpino cadde per donarle
un fiore: l’edelweiss.
La bella allor piangeva ognor
il suo perduto amor.

La bella al mercato

La bella va al mercato, ravanin e ramolas, barbabietole e spinass, tranta sòld al mass,
la bella va al mercato e incontra un bell'Alpin, e incontra un bell'Alpin.
O bell'Alpin che passi, ravanin e ramolas, barbabietole e spinass, tranta sòld al mass,
o bell'Alpin che passi, su venme a compagné, o su venme a compagné.
Mi si ch'i venaria, ravanin e ramolas, barbabietole e spinass, tranta sòld al mass,
mi si ch'i venaria per un bacin d'amor, sì per un bacin d'amor.
Ti do un bacin d'amore, ravanin e ramolas, barbabietole e spinass, tranta sòld al mass,
ti do un bacin d'amore ma peui ti dame 'l cheur, sì ma peui ti dame 'l cheur.

La bionda di Chiappera
Gli Alpini stanno facendo il campo estivo a Chiappera, l'ultima frazione del Comune di Acceglio, in alta Val Mair (Cuneo), a 1600 metri di quota, ai piedi del monte Provenzale e della Rocca Castello. Una mamma si reca dal Sindaco, lamentando che gli Alpini approfittano della figlia. Allora il Sindaco le risponde saggiamente dicendo: "Vostra figlia tenetela in casa, non lasciatela sola a fare l'amore con i vecchi Alpini". Questo canto è stato trascritto da Renato Gardinali nel suo "Canzoniere Occitano" edito nel 1976 dall'Amministrazione Provinciale di Cuneo.

E la bionda di Chiappera va sui monti a lavorar,
e mentre il sole brucia e scalda là sotto l'ombra lei se ne va.
E di li passa la truppa, e la truppa dei soldà,
"E là in mezzo c'è il mio amore e d'un bacino gli voglio dar"
E di lì vien giù la sera e la bionda ritorna a cà,
e le disse alla sua mamma: "Oh mamma mia, io son malà".
"Se sei malata, vai a letto, vai a letto a riposà,
e doman matin donura dal signor Sindaco io voglio andar".
"O buon giorno, signor Sindaco, io son qui per 'na ragione,
mi han baciato la figlia mia e io vorrei 'na soddisfazion".
"Soddisfazione l'è presto data, vostra figlia tenerla in cà,
e di non lasciarla sola a far l'amore coi vecchi Alpin.
I vecchi Alpini son brava gente, ma c'è anche dei mascalzon,
lor promettono di sposarle, e poi le lasciano in abbandon".
Pagheremo le cinque lire, se non basta anche un miliom,
ma la bionda di Chiappera vorrei baciarla sotto il mentun!

La rivista dell'armamento

E il cappello che noi portiamo,
quello è l’ombrello, di noi alpin
Cara biondina e capricciosa garibaldina, trullallà
tu sei la stella di noi soldà.
E le giberne che noi portiamo,
son porta cicche, di noi alpin.
Cara biondina…
E lo zaino che noi portiamo,
quello è l’armadio, di noi alpin.
Cara biondina…
E la gavetta che noi portiamo,
è la cucina, di noi alpin.
Cara biondina…
E la borraccia che noi portiamo,
è la cantina, di noi alpin.
Cara biondina…
E le scarpette che noi portiamo,
son le barchette di noi alpin.
Cara biondina…
E il fucile che noi portiamo,
è la difesa di noi alpin.
Cara biondina…
E le stellette che noi portiamo,
son disciplina di noi alpin.
Cara biondina…
La penna nera, che noi portiamo,
è la bandiera di noi alpin.
Cara biondina…
Ed il pistocco che noi portiamo,
è il pagadebit di noi alpin.
Cara biondina…

Mi son alpin

Mi son alpin
me pias el vin
tengo l’innamorata
in fondo al quartier
Vicino al quartier
vicino alla caserma
tengo una bella serva
per fare all’amore

Monte Pasubio

Sulla strada del Monte Pasubio
Bom borombom
Lenta sale una lunga colonna
Bom borombom
L’è la marcia di chi non torna
di chi si ferma a morir lassù.
Ma gli alpini non hanno paura
Bom borombom.
Sulla cima del Monte Pasubio
Bom borombom
Soto i enti che ze ‘na miniera
Bom borombom.
Son gli alpini che scava e che spera
di tornare a trovar l’amor.
Ma gli alpini non hanno paura
Bom borombom.
Sulla strada del Monte Pasubio
Bom borombom
è rimasta soltanto una croce
Bom borombom.
Non si sente mai più una voce,
ma solo il vento che bacia i fior.
Ma gli alpini non hanno paura
Bom borombom, bom borombom,
bomborombà.

Passa la ronda

Appena giunti sul Monte Grappa,
là si sentivano le cannonate.
I nostri alpini son lì che battono
battaglione per battaglion.
Passa la ronda dei veci alpin:
e la risponde “fiaschi de vin”!
Nella notte nera nera,
soffia il vento e la bufera!
Soffia il vento e la bufera:
passa la ronda a vigilar
passa la ronda a vigilar.
Piano, piano, mio bell’alpino:
devi usare precauzione.
Scemdi abbasso nel burrone
che il nemico sta ad aspettar.
Spettiam, cantiam da baldi alpini,
un sol grido, un sol pensier:
prendi la mia borraccia, bevi nel mio bicchiere
insieme dobbiamo bere, insieme dobbian morir!
Soffrir, morir, dovete voi nemici!
Questa è l’ultima nostra ora:
dalle man dei veci alpini è difficile scappar!
Dalle man dei veci alpini è difficile scappar!
È difficile scappar!

Signore delle cime

Dio del cielo, Signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna.
Ma ti preghiamo; ma ti preghiamo,
su nel paradiso, su nel paradiso
lascialo andare per le tue montagne.
Santa Maria, Signora della neve
copri col bianco, soffice mantello
il nostro amico, il nostro fratello.
Su nel paradiso, su nel paradiso
lascialo andare per le tue montagne.

Sul pajon

Il battaglion di Feltre, sul pajon
sta sempre sulle cime, sul pajon
ma quando scende a valle, sul pajon
attente ragazzine.
Ritornello:
Sul pajon de la caserma,
requiem eterna e così sia,
va a ramengo ti, to pare,
to mare, to zia
e la naja in compagnia.
Sul pajon, sul pajon, sul pajon
de la caserma.
El prete de Candide, sul pajon
l'ha detto predicando, sul paion
Attente ragazzine, sul pajon
che il Feltre sta arrivando.
Sul paion...
Una delle più belle, sul pajon
ha detto piano piano, sul pajon
se il Feltre sta arrivando, sul pajon
è quello che aspettiamo.
Sul paion...
Una delle più brutte, sul pajon
ha detto forte forte, sul pajon
se il Feltre sta arrivando, sul pajon
noi gli farem la corte.
Sul paion...

Sui monti Scarpazi

Quando fui sui monti “Scarpazi”
“Miserere” sentivo cantar.
T’ho cercato fra il vento e i crepazi
Ma una croce soltanto ho trovà.
O mio sposo eri andato soldato
per difendere l’imperator,
ma la morte quassù hai trovato
e mai più non potrai ritornar.
Maledetta la sia questa guerra
Che m’ha dato sì tanto dolore.
Il tuo sangue hai donato alla terra,
hai distrutto la tua gioventù.
Io vorrei scavarmi una fossa,
seppellirmi vorrei da me
per poter collocar le mie ossa
solo un palmo distante da te.

Sul ponte di Perati

Sul ponte di Perati
bandiera nera:
è il lutto degli alpini
che fan la guerra.
È il lutto della Julia
che va alla guerra:
la meglio gioventù
che va sotto terra.
Sull’ultimo vagone
c’è l’amor mio
col fazzoletto in mano
mi da l’addio.
Col fazzoletto in mano
mi salutava
e con la bocca
i baci mi mandava.
Quelli che son partiti
non son tornati:
sui monti della Grecia
sono restati.
Sui monti della Grecia
c’è la Vojussa:
col sangue degli alpini
s’è fatta rossa.
Alpini della Julia
in alto i cuori:
sul ponte di Perati
c’è il tricolore

Valore alpino (Trentatrè)

Dai fidi tetti del villaggio
i bravi Alpini son partiti,
mostran la forza ed il coraggio
della loro salda gioventù.

Sono dell'Alpe i bei cadetti,
nella robusta giovinezza,
dai loro baldi e forti petti
spira un'indomita fierezza.
O, Valor alpin,
difendi sempre la frontiera!
E là, sul confin,
tien sempre alta la bandiera.
Sentinella all'erta
per il suol nostro italiano
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.

Là tre le selve ed i burroni,
là, tra le nebbie fredde ed il gelo,
piantan con forza i loro piccoli
ed il cammin sembra più lieve.

E quando il sole brucia e scalda
le cime e le profondità,
il fiero alpino scruta e guarda
pronto a dare il "Chi va là!"
O, Valor alpin,
difendi sempre la frontiera!
E là, sul confin,
tien sempre alta la bandiera.
Sentinella all'erta
per il suol nostro italiano
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.

Vecchio scarpone

Lassù in un ripostiglio polveroso
fra mille cose che non servon più,
ho visto un poco logoro e deluso
un caro amico di gioventù.
Qualche filo d'erba
con fango disseccato,
fra i chiodi parea conservar,
era uno scarpone militar.
Vecchio scarpone quanto tempo è passato,
quante illusioni fai rivivere tu.
Quante canzoni, sul tuo passo ho cantato
che non scordo più.
Sopra le dune del deserto infinito,
lungo le sponde accarezzate dal mar.
Per giorni e notti insieme a te ho camminato,
senza riposar.
Lassù fra le bianche cime
di nevi eterne immacolate al sol,
cogliemmo le stelle alpine
per fame dono ad un lontano amor.
Vecchio scarpone come un tempo lontano,
in mezzo al fango con la pioggia e col sol,
forse sapresti, se volesse il destino
camminare ancor.
Vecchio scarpone, fai rivivere tu
la mia gioventù.
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