ANNO SCOLASTICO 2009-2010 |
Tema: Tra Piave e Montello, Fiume e Colle Sacri alla Patria. Come vedi e cosa proporresti per lo sviluppo naturalistico e turistico del loro ecosistema? |
Sara Bortoletto, nata a Montebelluna il 17/5/1996, Classe III E |
Svolgimento |
Dalla metà del 1300 il Montello, come tanti sanno, fu sotto il dominio dei veneziani e loro coltivavano soprattutto alberi d'alto fusto come le querce per costruire le navi. Questa sottomissione durò fino alla fine del 1700. Poi il Montello fu messo in vendita in piccole quote ai contadini della zona, in questo periodo fu maggiormente abbattuto. Le acque del Piave servivano per trasportare i tronchi che abbattevano sul Montello durante la prima guerra mondiale. Adesso il Montello è ricoperto di alberi. L'albero più diffuso è l'acacia, però possiamo trovare anche castagni, betulle, qualche pino e quercia. Esso ha un'origine alluvionale, non è molto coltivabile e il suo terreno è soprattutto costituito da sassi e roccia. Il Piave anticamente, prima che gli uomini comparissero in questa zona, passava dove adesso c'è Biadene; la collina del Mercato Vecchio era una parte del Montello. Adesso che vi ho un po' descritto la storia del Piave e del Montello, vi voglio raccontare una vicenda accaduta in quest'ultimo bellissimo posto. Era un pomeriggio tra inverno e primavera; a passo lento entrai in una radura con l'erba ricoperta dalla brina della mattina. Entrai con passo deciso nella radura stando molto attenta a dove mettevo i piedi. Nel centro c'era una primula bianca sbocciata prematuramente. Attraversai la radura e da un cespuglio sbucò un cagnolino; credo che provenisse dalla casa vicina. Iniziò ad annusare attorno a me poi si allontanò. Ad un certo punto vidi un capriolo che scappava e il cane che lo inseguiva. Con due salti il capriolo seminò il cane che ritornò a casa; il mio cuore batteva a mille dallo spavento che avevo preso. Mi rimisi in marcia; sugli alberi c'era un po' di muschio sulla parte a nord della corteccia, in cielo c'erano due falchi che si inseguivano e anche delle nuvole grigie. Stavo per avviarmi a casa, quando sul bordo del sentiero vidi dei sacchetti della spazzatura. Io mi chiedo come delle persone possono contaminare la natura in questo modo senza avere un minimo di scrupolo per questo bellissimo posto che madre natura ci ha donato. Stavo tornando a casa, quando il cielo si scurì e all'improvviso si fece buio. Guardai in giro per vedere dove era la strada. Quando la ebbi "intercettata" iniziai a correre stando attenta a non cadere; inciampai comunque. Il mio piede si impigliò su un cumulo di rami e io caddi per terra proprio dove c'era fango, così mi sporcai tutti i pantaloni. Mi rialzai a fatica; il mio ginocchio sanguinava, ma non me ne accorsi subito. Quando riuscii ad arrivare sulla strada asfaltata, un fiocco di neve si appoggiò delicatamente sull'asfalto. Dopo cinque minuti ero a casa e non riuscivo neanche a respirare da quanto e velocemente avevo corso. Medicai le ferite al ginocchio e poi andai a fare una doccia. Dopo due giorni tornai alla radura e notai una cosa che prima non avevo colto. Sulla neve c'erano moltissime impronte e questo voleva dire che il Montello non era disabitato. Come potete aver capito dalla mia vicenda, il Montello è un posto bellissimo e sarebbe molto utile se il comune organizzasse dei percorsi, anche con delle guide, per spiegare l'importanza di questo colle e del fiume Piave. La cosa più importante che il Comune potrebbe fare è promuovere una "legge" per una sorveglianza maggiore per garantire la pulizia delle colline e dei fiumi perché la natura rispetta noi e noi dobbiamo obbligatoriamente rispettare lei. |