La leggenda del Piave |
di E. A. Mario
Il Piave mormorava calmo e placido, al passaggio dei primi fanti, il ventiquattro maggio: l’Esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera... Muti passaron quella notte i fanti: tacere bisognava, e andare avanti! S’udiva intanto dalle amate sponde, sommesso e lieve il tripudiar dell’onde. Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò “Non passa lo straniero!”
E ritornò il menico, per l’orgoglio, per la fame: volea sfogare tutte le suo brame... Vedeva il piano aprico, di lassù: volea ancora sfamarsi, e tripudiare come allora... - No! - Disse il Piave. - No! - Dissero i fanti mai più il nemico faccia un passo avanti! Si vide il Piave rigonfiar le sponde! E come i fanti combattevan le onde... Rosso del sangue del nemico altero, il Piave comandò: “Indietro, va’, straniero!”.
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